La definizione di bene rifugio è: “un bene che ha un valore intrinseco, "reale", che tende a non perdere valore a seguito di un incremento del livello generale del livello dei prezzi”.
Da tale definizione si evince come l’investimento in un bene rifugio risponda, quindi, in prima istanza, ad un’esigenza di protezione del proprio patrimonio in situazioni di incertezza che creano timore per la perdita di valore del suddetto in una fase di recessione economica, di crisi finanziaria o di forte instabilità dei prezzi).
Il “fattore scatenante” che innesca la volontà ad investire nei beni rifugio (ovvero il voler dormire sonni tranquilli senza aver paura che il proprio patrimonio, costruito con sudore e sacrifici, possa decurtarsi o addirittura svanire in poche ore), denota come questi beni debbano avere la caratteristica principale e fondamentale di “garanzia” in termini economici.
Esattamente in virtù di questa ratio di “certezza e garanzia”, il bene rifugio non può avere la caratteristica di bene speculativo per investimenti a breve termine.
Questa è la grande verità che, pur essendo sotto agli occhi di tutti, purtroppo però viene abilmente manipolata al fine di rendere un bene rifugio un investimento che possa far raddoppiare il capitale investito nel breve periodo.
Questo non è possibile.
I beni rifugio essendo quei beni che garantiscono sicurezza e protezione anche in periodi di crisi finanziaria (poiché mantengono il loro valore), garantiscono le loro migliori performance economiche nel medio/lungo periodo.
Investire in beni rifugio è, come detto, non una manovra speculativa ma di salvaguardia, appartenendo a quella asset class che presenta solidità anche di fronte a inflazione e criticità derivanti da situazioni geo-politiche.
Andiamo a vedere quali sono i beni rifugio e che caratteristiche hanno.
Oro e metalli:
Certamente il primo bene al quale si pensa parlando di “beni rifugio” è l’oro.
Esso viene considerato il bene rifugio per antonomasia.
Viene considerato il più affidabile tra i metalli, essendo di natura altamente speculativa, ma ciò garantisce anche elevata sicurezza in periodi di crisi finanziari.
La sua quotazione tende ad aumentare ogni volta che ci sono dei periodi di incertezza politica, o economica, o dovuta a catastrofi naturali non prevedibili, che minano la stabilità dei mercati finanziari.
Nel discorso appena fatto c’è un punto focale: l’oro ha una natura altamente speculativa.
Per questa ragione entra profondamente in contrasto con la definizione di bene rifugio la cui natura non è speculativa bensì più conservativa con l’intento di preservare il proprio patrimonio personale dall’umore dei mercati finanziari.
Sembra tutto perfetto ma come si dice: non è tutt’oro quel che luccica.
Qual è il “problema” dell’oro come bene rifugio?
Il principale problema è che l’investimento in oro avviene per lo più attraverso i famosi lingotti e per acquistare un lingotto d’oro la spesa è molto elevata (considerato che quello che non viene mai svelato è che il “taglio” che va per la maggiore è quello dei lingotti da 1kg).
L’oro rappresenta una forma d’investimento molto interessante dal punto di vista speculativo, seppur abbia dietro al suo lustro dorato notevoli difficoltà di gestione e costi (a meno che non si decida di tenere nascosto in casa, con tutti i rischi del caso, per la sua mole necessita di essere custodito in caveau bancari con costi di locazione ecc.)
Tra i beni rifugio rientrano anche l’argento ed il platino come metalli.
Tra i beni rifugio poi, ci sono quelli per “veri intenditori” come: immobili, opere d’arte, vini, orologi, diamanti, pietre preziose e gioielli.
Qua, tuttavia, siamo in un campo che necessita competenze (a differenza dell’oro), quindi, una consulenza altamente qualificata e specializzata di esperti del settore può fare la differenza per i neofiti.
Il tradizionale investimento rifugio, che per anni ha svolto la sua mansione egregiamente, è l’investimento immobiliare: purtroppo però abbiamo assistito al suo periodo di crisi (seppur si stia risollevando) e come noto presenta costi di gestione –ordinari e straordinari–.
Tutti questi investimenti, come dicevo, presentano particolarità che rendono l’investimento “costoso” e incerto nel suo futuro.
Basti pensare alle spese per l’acquisto di un immobile e per la sua gestione, le tasse, la manutenzione, le spese condominiali; nel caso degli orologi, abbiamo l’esempio Rolex su tutti che fa capire quanto sia oneroso l’esborso iniziale visto e considerato che l’usato costa il doppio del nuovo (che è introvabile).
Resta tuttavia un mercato altamente interessante che propone molti margini di profitto seppur tenda ad essere soggetto ad oscillazioni legate più dalla moda che dal valore intrinseco dell’oggetto stesso (acciaio che costa più del modello in acciaio ed oro).
Diamanti e gioielli: in questo segmento dei beni rifugio si presentano come mercato d’élite che forse più di tutti rispecchia la capacità di “rifugio” con ottimi margini di incremento allo stesso tempo nel medio/lungo termine.
Sposano l’intento di “protezione” del patrimonio garantendo un valore che non diminuisce, anzi, incrementa nel corso del tempo.
Chi è pratico del settore sente spesso dire “un diamante non chiede da mangiare”, questa espressione, parafrasata, sta a significare che una volta investito in un bene rifugio sotto forma di prezioso, questo non presenta alcuna spesa successiva (né degrado da usura, ovviamente) lasciando all’investitore la tranquillità di poter avere un bene di pronta liquidità a sua disposizione.
Spesso tanti si domandano: ma tra l’oro e il diamante, allora, qual è il miglior rifugio/investimento?
La risposta a questa domanda è per metà soggettiva e per l’altra metà oggettiva: soggettivamente parlando, ognuno di noi preferisce investire dove sente di avere più competenza/sicurezza anche a fronte di un montante futuro inferiore rispetto ad un altro investimento; basti pensare al mondo delle criptovalute nel quale l’investimento è su qualcosa di intangibile che non si può “toccare con mano” e non si ha come immediata disponibilità liquida.
Oggettivamente parlando, quindi in base ai dati statistici delle curve di rendimento dei vari tipi di investimenti, si può apprezzare come l’oro risulti essere un investimento rifugio altamente affidabile, resistente all’inflazione e con un valore che subisce quotidiane valutazioni e rivalutazioni.
Dall’altro lato i diamanti ed i gioielli presentano nella maggior parte dei casi un valore di rivendita migliore, il che li rende teoricamente e tecnicamente “migliori” rispetto al bene rifugio per antonomasia dorato.
A conclusione occorre dire che in un mercato sempre più in via di sviluppo con “nuovi” tipi di investimento (come gli NTF ad esempio), ci sono “classici” che non passano mai di moda, ed in periodi di profonda incertezza come quello contemporaneo, rappresentano una scelta che garantisce una certa tranquillità per l’investitore che abbia la pazienza di curare il proprio investimento come una pianta che cresce col tempo dando i suoi frutti nella stagione del raccolto.